Il progetto museale si inserisce in maniera ottimale nel progetto di plesso “Usa e Riusa: il piacere di creare nella consapevolezza di non sprecare” e nel progetto lettura
Il progetto presenta il Museo Civico Archeologico “F. Savini” come contenitore di storie raccontate dagli oggetti in esso custoditi, protagonisti di un percorso che condurrà i bambini all’esplorazione del luogo magico ed all’incontro con i reperti mediante un contrappunto costante “fra come è fatto” e “cosa fa” e si collega al nostro progetto che verte sull’importanza dell’oggetto che viene creato, usato, riutilizzato, riciclato, non sprecato
A scuola, tutto ciò che non è più utilizzabile, cioè un rifiuto, l’abbiamo riutilizzato in varie attività, come, ad esempio, il Presepe (riutilizzando quotidiani, settimanali, ritagli di carta, stoffe, bottoni, lane, bottiglie di plastica, foglie e sassi del nostro giardino) e la Stella Cometa, anch’essa fatta con materiali di rifiuto. Ogni bambino ha creato una piccola stellina, insieme ai propri genitori, di materiale vario e poi, a scuola, l’ha attaccata su una grande sagoma di cartone precedentemente dipinta.
Quando poi abbiamo disfatto il Presepe siamo andati a buttare il materiale non più riutilizzabile negli appostiti cassonetti presenti nell’isola ecologica.
Prima di buttare le bottiglie di plastica, adoperate per fare delle pecorelle, abbiamo fatto una riflessione sul materiale e sull’uso delle bottiglie.
Incuriositi, abbiamo realizzato un albero genealogico per chiedere ai nonni o ai bisnonni cosa si usava un po’ di tempo fa per contenere i liquidi.
Volendo sapere cosa si usava ancora più in là nel tempo abbiamo deciso di andare al Museo Archeologico per vedere se Gioia (responsabile del servizio educativo del museo) capiva cosa avevamo fatto in questi tre anni di frequenza nella scuola dell’infanzia e per comprendere meglio cosa fa l’archeologo le abbiamo preparato un regalo.
Su un tavolo abbiamo messo un po’ di rifiuti (le bucce di arance che avevano messo sul termosifone per profumare l’ambiente, i pezzi di carta disegnati e non più utilizzabili, ecc.)
Su di un altro tavolo, tutto ciò che era rimasto dello scorso anno scolastico e cioè foglie, rami, cortecce, castagne, essendo stata “l’albero” la parola chiave del progetto
Su di un terzo tavolo abbiamo messo fiori essiccati, petali, gambi di fiori, essendo stati “i fiori” l’argomento di quando avevamo 3 anni
I bambini hanno capito che nella scatola da regalare a Gioia, dovevano mettere prima i fiori, poi un foglio di carta (per non mischiare le foglie dei fiori con quelle degli alberi), poi tutto ciò che riguardava l’albero (argomento di quando avevano 4 anni) e poi i rifiuti (sempre separati dal foglio di carta).
Abbiamo scoperto che il museo è diverso dalla Pinacoteca. Gioia ci ha spiegato cosa c’è nel museo e cosa fa l’archeologo e ci ha letto una bellissima storia dal titolo “Il vasaio Bolt”
Poi con Loretta siamo entrati nella stanza della capanna e lì abbiamo scoperto che i contenitori per i liquidi di tanto tempo fa erano di terracotta e come fa l’argilla a diventare terracotta.
Ognuno di noi ha manipolato un pezzo di argilla lasciando, così, impronte con le mani e tracce con arnesi diversi, al termine del laboratorio Gioia ha regalato ad ognuno di noi un frammento di terracotta
Il venerdì successivo siamo tornati al museo e dentro la grande capanna Gioia ci ha mostrato alcuni recipienti spiegandoci come erano stati realizzati ed a cosa era dovuto il loro colore nero (ciò causato da una cattiva combustione, ovvero all’interno del forno si era formato un denso fumo; questo tipo di ceramica, prende il nome di fiammata) ed a cosa servivano i manici e come venivano incollati. La colla utilizzata era fatta facendo macerare nell’acqua piccoli pezzetti di argilla essiccata. I decori sulla pancia dell’anfora non erano di puro abbellimento, bensì permettevano una presa più salda dell’oggetto
Loretta ci ha poi spiegato come realizzavano i vasi tanto tempo fa ed anche noi li abbiamo riprodotti:
allargare una pallina di creta con il dito,
realizzare un vaso con la tecnica di “lucignolo”,
creare una ciotola con una parte del nostro corpo: il gomito decorandola con vari attrezzi
Alla fine del laboratorio Gioia ci ha regalato dei pezzetti di ceramica colorata (in seguito ci realizzeremo un grande mosaico)
Su un tavolo abbiamo messo un po’ di rifiuti (le bucce di arance che avevano messo sul termosifone per profumare l’ambiente, i pezzi di carta disegnati e non più utilizzabili, ecc.)
Su di un altro tavolo, tutto ciò che era rimasto dello scorso anno scolastico e cioè foglie, rami, cortecce, castagne, essendo stata “l’albero” la parola chiave del progetto
Su di un terzo tavolo abbiamo messo fiori essiccati, petali, gambi di fiori, essendo stati “i fiori” l’argomento di quando avevamo 3 anni
I bambini hanno capito che nella scatola da regalare a Gioia, dovevano mettere prima i fiori, poi un foglio di carta (per non mischiare le foglie dei fiori con quelle degli alberi), poi tutto ciò che riguardava l’albero (argomento di quando avevano 4 anni) e poi i rifiuti (sempre separati dal foglio di carta).
Abbiamo scoperto che il museo è diverso dalla Pinacoteca. Gioia ci ha spiegato cosa c’è nel museo e cosa fa l’archeologo e ci ha letto una bellissima storia dal titolo “Il vasaio Bolt”
Poi con Loretta siamo entrati nella stanza della capanna e lì abbiamo scoperto che i contenitori per i liquidi di tanto tempo fa erano di terracotta e come fa l’argilla a diventare terracotta.
Ognuno di noi ha manipolato un pezzo di argilla lasciando, così, impronte con le mani e tracce con arnesi diversi, al termine del laboratorio Gioia ha regalato ad ognuno di noi un frammento di terracotta
Il venerdì successivo siamo tornati al museo e dentro la grande capanna Gioia ci ha mostrato alcuni recipienti spiegandoci come erano stati realizzati ed a cosa era dovuto il loro colore nero (ciò causato da una cattiva combustione, ovvero all’interno del forno si era formato un denso fumo; questo tipo di ceramica, prende il nome di fiammata) ed a cosa servivano i manici e come venivano incollati. La colla utilizzata era fatta facendo macerare nell’acqua piccoli pezzetti di argilla essiccata. I decori sulla pancia dell’anfora non erano di puro abbellimento, bensì permettevano una presa più salda dell’oggetto
Loretta ci ha poi spiegato come realizzavano i vasi tanto tempo fa ed anche noi li abbiamo riprodotti:
allargare una pallina di creta con il dito,
realizzare un vaso con la tecnica di “lucignolo”,
creare una ciotola con una parte del nostro corpo: il gomito decorandola con vari attrezzi
Alla fine del laboratorio Gioia ci ha regalato dei pezzetti di ceramica colorata (in seguito ci realizzeremo un grande mosaico)
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