Da qualche tempo nella nostra scuola stiamo cercando di coinvolgere anche bambini nell'elaborazione di mappe mentali. In realtà è bene dire che in didattica vengono più comunemente usate due tipologie di mappa: mentale o concettuale. Per quanto riguarda la mappa mentale, si tratta di una forma di rappresentazione grafica del pensiero, teorizzata dal cognitivista americano Tony Buzan. Le mappe mentali si differenziano notevolmente da quelle concettuali, sia per la struttura, sia per il modello realizzativo che per gli ambiti di utilizzo.
Ovviamente, data l'età dei bambini, non è possibile prediligere uno specifico tipo di mappa, ma l'esperienza ci ha sempre più orientate verso l'utilizzo di mappe mentali che coinvolgono maggiormente i bambini, anche se non è possibile prescindere dall'intervento coadiuvante dell'insegnante. Elaborare insieme agli altri una mappa mentale, consente al singolo alunno di migliorare la personale capacità di apprendere, sviluppare quell'agilità mentale che gli consente di riprodurre graficamente idee, intuizioni e pensieri.
Apprendere ed insegnare utilizzando come “mediatore didattico” le mappe mentali, consente di:
-dare forma e struttura alle idee
-pensare autonomamente
-dare una visione globale di un argomento
-pianificare i percorsi, prendere decisioni, evidenziare dove si sta andando e dove si è già stati
-favorire la soluzione di problemi consentendo di individuare nuovi percorsi creativi
-raccogliere in un solo luogo una grande quantità di dati
-è piacevole da guardare, leggere, rimuginare e ricordare
E' necessario, in questo particolare periodo storico, educare pensando al futuro, che non è possibile prevedere ma di cui possiamo intravedere le linee generali di evoluzione. Formare pensando ai cittadini di domani, un domani di cui è possibile immaginare le sfide. Il mondo sta cambiando e certi obiettivi, capacità e tecniche domani potrebbero non essere più adatti e rivelarsi, anzi, controproducenti. Prima dell'invenzione della macchina da stampa, ad esempio, era fondamentale coltivare una fedele e vasta memoria. Ora che i libri e i motori di ricerca sono alla portata di tutti questo obiettivo, e le tecniche mnemoniche atte a conseguirlo, non sono più necessarie. Diventa invece più importante che mai la capacità di prendere in esame e saper organizzare grandi masse di dati. Citando Montaigne: “E' meglio avere una testa ben fatta che un testa ben piena”. Una testa ben piena è una testa nella quale il sapere è accumulato, ammucchiato e non dispone di un principio di selezione e organizzazione capace di dare senso alle informazioni acquisite. Una testa ben fatta invece non accumula solo sapere ma dispone nel contempo:
-di un'attitudine generale a porre e a trattare i problemi
-di principi organizzatori che permettono di collegare i saperi e di dare loro senso
Una testa ben fatta è una testa atta ad organizzare le conoscenze, che effettua operazioni di interconnessione, di trasformare le informazioni in conoscenza. Ecco perchè le mappe mentali, che fanno leva sulle capacità creative personali e di gruppo, sulle risorse mentali inconsce, sulle sinestesie create con colori ed immagini, sui processi che spontaneamente ristrutturano le informazioni e che ogni volta lasciano aperta più di una chiave interpretativa. Inoltre le mappe mentali stimolano l'emisfero cerebrale destro le cui funzioni supportano facoltà come la creatività, la memoria, la fantasia, l'intuizione.
Vi mostriamo di seguito, l'esempio di una mappa che stiamo sviluppando a scuola insieme ai bambini
MAPPA ELABORATA DAI BAMBINI DI 4 ANNI
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