giovedì 2 ottobre 2008

CHI TROVA UN AMICO TROVA UN TESORO...IN CAMMINO VERSO ORIZZONTI DI SENSO


Presentiamo il Progetto Accoglienza "A scuola ci andiamo da soli. In cammino verso orizzonti di senso" rivolto ai bambini di 3 anni che ha quale finalità l'ambientamento dei bambini nuovi iscritti, la nascita di nuove amicizie, l'acquisizione di nuove regole di convivenza e la conoscenza dei bambini da parte del team docente. Il progetto si svilupperà seguendo una specifica tematica della quale vi terremo man mano aggiornati


"[…] Perché l’uomo non è altro
che l’unione di tutti i suoi incontri"
(P. Coelho)



PREMESSA

L'inizio del cammino educativo del bambino è un momento molto delicato che segna un importante evento di crescita, tanto per il bambino quanto per il genitore. Un'esperienza carica di tensione emotiva, di aspettative da parte del genitore e di autentiche paure se vista dalla prospettiva del bambino. Il bambino fa il suo ingresso nel nuovo contesto scolastico portando con sé un ben preciso bagaglio di conoscenze, ha una storia personale e si accinge a lasciare temporaneamente un contesto, quello familiare, rassicurante e pieno di certezze per accedere ad un ambiente totalmente nuovo. L'incontro con l'altro e le prime regole del vivere insieme, stimolano il bambino ad una ristrutturazione dell'immagine di sé, obbligandolo a rivedere alcuni schemi comportamentali. Ci piace immaginarlo come un piccolo “esploratore” che si mette in viaggio portando sulle spalle un fagottino. Quel fagottino al principio pieno di “cose” portate da casa, gli consentirà, in seguito all'intervento didattico, di prendere in esame diversi punti di vista e negoziare i significati delle esperienze che si appresterà a vivere con gli altri. Il tempo riservato all'accoglienza dei bambini di 3 anni diventa preziosa opportunità di conoscenza e momento privilegiato per dare vita, da parte del bambino, al desiderio di conoscere e al contempo ri-conoscersi: ecco allora che il bambino prende possesso dello spazio-scuola che diventa, in breve tempo, uno spazio “abitato”, lo spazio di un io in formazione.

"Per ottenere una verità qualunque sul mio conto,
bisogna che la ricavi tramite l’altro.
L’altro è indispensabile alla mia esistenza,
così come alla conoscenza che io ho di me"
(J.P. Sartre)



MOTIVAZIONE

I bambini hanno possibilità di relazionare fin dall' inizio della loro vita con gli adulti che li circondano, ma non sempre hanno la possibilità, soprattutto prima dell'inizio della scuola dell’infanzia, di farlo in maniera indipendente con i loro coetanei. Il rapporto tra bambino e adulto è un rapporto asimmetrico in quanto è l'adulto che porta avanti il dialogo, stabilisce l'alternanza dei turni ed evita, per quanto è possibile, il conflitto. Fin dall'inizio il bambino è in grado di modulare i propri comportamenti nei confronti di un adulto. Ma le cose cambiano nel rapporto con i pari: il bambino si trova di fronte ad un altro che è come lui, con gli stessi bisogni, con le stesse modalità di reazione e, più o meno, con lo stesso bagaglio di esperienza e di strategie di adattamento. I primi momenti vissuti all’interno del contesto scolastico, sono scanditi da tempi organizzati e nuove figure di riferimento. Ciò destabilizza inizialmente il bambino poiché, trovandosi a vivere in un ambiente abitato anche da altri bambini e da nuove regole, deve riadattare le proprie abitudini per sperimentare nuove strategie relazionali. Ma l’altro diventa anche prezioso alleato per sconfiggere i timori e le paure iniziali. Non tutti i bambini, poi, hanno la possibilità, al di fuori della scuola, di incontrare e giocare con i pari, perciò la vita di relazione diventa metodologia primaria per favorire nel bambino un processo di crescita, il rafforzamento dell’autostima e la scoperta dell’altro da sé. E’ da evidenziare come la mente si sviluppi nell'ambito delle interazioni con gli altri durante l'infanzia e negli anni successivi: le connessioni cerebrali che creano la mente accrescono nell'ambito delle relazioni interpersonali, per cui le relazioni umane modellano la struttura cerebrale dalla quale la mente prende corpo. I bambini sono socievoli se vivono in un ambiente “aperto”, nel quale vi è la considerazione dei sentimenti altrui, in cui la struttura è definita con precisione, i ruoli sono rispettati e tutti hanno uguali diritti e uguali doveri: dove il bambino ha le sue piccole responsabilità che lo aiutano a crescere. Quindi nei primi momenti che caratterizzano il percorso didattico del bambino, sarà necessario creare un contesto di relazioni attraverso il quale favorire la nascita di nuove amicizie, piccole alleanze, l’autonomia d’azione all’interno dei nuovi spazi. L’intervento didattico prevede di andare, attraverso il gioco e l’espressione corporea, a suscitare nei bambini la volontà di “mettersi in gioco” per sentirsi padroni delle proprie azioni. Attraverso il controllo motorio e la scoperta dell’altro si favorirà la nascita del sentimento di fiducia e stima di sé che invoglierà il bambino ad osare nuove vie di conoscenza.


COSA

· Fare in modo che il bambino possa conoscere gli altri e ri-conoscersi in un clima giocoso, sereno e rassicurante

· Esercitare la motricità per prendere coscienza del proprio valore e del piacere di riuscire a fare da soli

· Valorizzare le capacità espressive e gestuali di ognuno per migliorare le dinamiche relazionali

· Stimolare nel bambino la voglia di essere attivo e il coraggio di affrontare nuove sfide conoscitive

· Sperimentare il “conflitto” per prendere coscienza dei diversi punti di vista e delle possibili strategie di risoluzione


COME

· Attraverso la metodologia del gioco sia spontaneo che guidato dall’insegnante

· Attivando la metodologia della vita di relazione e stimolando momenti di riflessione sugli accadimenti relazionali

· Favorendo la narrazione dei vissuti personali e la socializzazione degli stessi per mezzo del racconto di storie

· Creando un clima coinvolgente in cui ognuno percepisca la possibilità di esprimersi liberamente

QUANDO

· Nel mese di settembre e parte di ottobre durante le attività antimeridiane riservate al gruppo “Orsetti”

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