
L'asilo insegna la matematica
Fin dalle elementari la matematica è una delle materie più odiate dalla maggior parte degli studenti. Forse però c'è un modo per capire meglio i segreti dei numeri: basta andare alla scuola materna, a tre anni. Ne è convinto Edward C. Melhuish, psicologo dell'università di Londra, dopo aver analizzato i dati del progetto Effective Pre-school and Primary Education, una delle ricerche più ampie mai condotte in Europa sugli effetti dell'educazione scolare e prescolare, per la quale sono stati seguiti tutti i bimbi inglesi dai tre ai dieci anni. Melhuish ha guardato i voti in matematica dei bambini di dieci anni, scandagliando poi il loro passato e presente alla ricerca di elementi che accomunassero i "geni" matematici. Ha scoperto così che i fattori più importanti per evitare incubi coi numeri sono: una famiglia che incoraggi l'apprendimento e l'aver frequentato la scuola materna. «È vero per bimbi di tutti i ceti sociali e non solo per le classi svantaggiate dove aumentare la partecipazione scolastica è sempre proficuo» dice l'esperto.
L'ASILO FA BENE - L'asilo fa bene, quindi. Lo conferma Maria Malucelli, specialista in psicoterapia dell'età evolutiva al Fatebenefratelli di Roma, che pochi mesi fa ha pubblicato su Lancet uno studio sullo stesso argomento: «Abbiamo seguito bimbi di due scuole materne romane e di analoghi istituti di Palo Alto, in California, dimostrando che se i piccoli di 3-4 anni "giocano" con la matematica (con puzzle, o con giochi di riconoscimento di numeri), diventati più grandicelli si rivelano incuriositi dalla materia e vogliono scoprirne i segreti». Il motivo è nel cervello e nelle sue modalità di apprendimento: «Le neuroscienze dicono che fra zero e 5 anni i bimbi apprendono soprattutto attraverso l'emisfero destro, quello emotivo, perché il loro linguaggio è scarso — spiega Malucelli —. Se però stimoliamo l'emisfero sinistro con giochi matematici, le due parti si "sincronizzano" e maturano allo stesso modo. I bimbi imparano per imitazione: se li aiutiamo a conoscere presto e piacevolmente la matematica, la ameranno e il loro cervello si svilupperà in modo più armonioso».
Elena Meli
Fin dalle elementari la matematica è una delle materie più odiate dalla maggior parte degli studenti. Forse però c'è un modo per capire meglio i segreti dei numeri: basta andare alla scuola materna, a tre anni. Ne è convinto Edward C. Melhuish, psicologo dell'università di Londra, dopo aver analizzato i dati del progetto Effective Pre-school and Primary Education, una delle ricerche più ampie mai condotte in Europa sugli effetti dell'educazione scolare e prescolare, per la quale sono stati seguiti tutti i bimbi inglesi dai tre ai dieci anni. Melhuish ha guardato i voti in matematica dei bambini di dieci anni, scandagliando poi il loro passato e presente alla ricerca di elementi che accomunassero i "geni" matematici. Ha scoperto così che i fattori più importanti per evitare incubi coi numeri sono: una famiglia che incoraggi l'apprendimento e l'aver frequentato la scuola materna. «È vero per bimbi di tutti i ceti sociali e non solo per le classi svantaggiate dove aumentare la partecipazione scolastica è sempre proficuo» dice l'esperto.
L'ASILO FA BENE - L'asilo fa bene, quindi. Lo conferma Maria Malucelli, specialista in psicoterapia dell'età evolutiva al Fatebenefratelli di Roma, che pochi mesi fa ha pubblicato su Lancet uno studio sullo stesso argomento: «Abbiamo seguito bimbi di due scuole materne romane e di analoghi istituti di Palo Alto, in California, dimostrando che se i piccoli di 3-4 anni "giocano" con la matematica (con puzzle, o con giochi di riconoscimento di numeri), diventati più grandicelli si rivelano incuriositi dalla materia e vogliono scoprirne i segreti». Il motivo è nel cervello e nelle sue modalità di apprendimento: «Le neuroscienze dicono che fra zero e 5 anni i bimbi apprendono soprattutto attraverso l'emisfero destro, quello emotivo, perché il loro linguaggio è scarso — spiega Malucelli —. Se però stimoliamo l'emisfero sinistro con giochi matematici, le due parti si "sincronizzano" e maturano allo stesso modo. I bimbi imparano per imitazione: se li aiutiamo a conoscere presto e piacevolmente la matematica, la ameranno e il loro cervello si svilupperà in modo più armonioso».
Elena Meli
(Articolo tratto da Corriere della Sera Domenica 7 settembre 2008)
*Nota delle insegnanti= senza nulla togliere alla validità dell'articolo e al suo potere informativo, teniamo a sottolineare ciò che pare sfuggito alla giornalista: i bambini dai 3 ai 5 anni frequentano la Scuola dell'Infanzia e non l'Asilo Nido riservato invece ai più piccoli.
*Nota delle insegnanti= senza nulla togliere alla validità dell'articolo e al suo potere informativo, teniamo a sottolineare ciò che pare sfuggito alla giornalista: i bambini dai 3 ai 5 anni frequentano la Scuola dell'Infanzia e non l'Asilo Nido riservato invece ai più piccoli.
=>Piaget sostiene che "[...] in matematica la parola non serve a nulla, il disegno non basta ancora, è necessaria l'azione [...]" e che quindi, attraverso lo stadio delle 'operazioni concrete' il bambino apprende il linguaggio matematico. Per Golding " [...] i concetti non si insegnano: tutto ciò che si può fare è creare, presentare le situazioni e le esperienze che aiuteranno i bambini a formarsi [...]". Per tale motivo nella nostra scuola facciamo sì che l'esperienza vissuta diventi contesto di riflessione, all'interno del quale organizzare relazioni spazio-temporali e mettere in atto strategie di problem solving.
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