PUBBLICHIAMO IL PROGETTO ACCOGLIENZA RIVOLTO AI BAMBINI DI 3 ANNI DAL TITOLO "ANCH'IO A SCUOLA!"
PREMESSA
Educare è...
“[…] imparare insieme, pensare insieme, maturare insieme non attraverso stereotipi e false certezze ma dialogando ed interrogandosi sul significato delle cose,degli eventi condivisi”
(Formenti/Gamelli)
La scuola dell'infanzia è, per sua natura, il luogo dove avvengono i primi apprendimenti, intenzionali ed organizzati, dei bambini in fascia di età compresa fra i 3 e i 5 anni. E' il luogo in cui, nel corso del triennio, il bambino e la bambina vedranno alimentare (partendo da un approccio ludico ed attivo) le personali strategie di pensiero, le modalità relazioni, le capacità socio-affettive che gli consentiranno di poter continuare agevolmente il personale percorso formativo.
L'inizio della scuola dell'infanzia rappresenta per i bambini di 3 anni un passo importante: per chi non ha frequentato l'asilo nido, è la prima esperienza di distacco dalle figure familiari di riferimento. Per tutti invece rappresenta l'opportunità di relazionarsi con altri bambini e con nuove figure adulte.
Per garantire all'alunno un iniziale approccio alla scuola sereno e rassicurante, nel primo periodo si dà modo al piccolo e ai suoi cari di familiarizzare con il nuovo contesto, per stemperare le ansie e le preoccupazioni che spesso vivono anche i genitori.
L'incontro con l'altro e le prime regole del vivere insieme, stimolano il bambino ad una ristrutturazione dell'immagine di sé, obbligandolo a rivedere alcuni schemi comportamentali. Ci piace immaginarlo come un piccolo “esploratore” che si mette in viaggio portando sulle spalle un fagottino. Quel fagottino al principio pieno di “cose” portate da casa, gli consentirà, in seguito all'intervento didattico, di prendere in esame diversi punti di vista e negoziare i significati delle esperienze che si appresterà a vivere con gli altri.
MOTIVAZIONE
Il tempo riservato all'accoglienza dei bambini di 3 anni diventa preziosa opportunità di conoscenza e momento privilegiato per dare vita, da parte del bambino, al desiderio di conoscere e al contempo ri-conoscersi: ecco allora che il bambino prende possesso dello spazio-scuola che diventa, in breve tempo, uno spazio “abitato”, lo spazio di un io in formazione.
I primi momenti vissuti all’interno del contesto scolastico, sono scanditi da tempi organizzati e nuove figure di riferimento. Ciò destabilizza inizialmente il bambino poiché, trovandosi a vivere in un ambiente abitato anche da altri bambini e da nuove regole, deve riadattare le proprie abitudini per sperimentare nuove strategie relazionali. Ma l’altro diventa anche prezioso alleato per sconfiggere i timori e le paure iniziali. Non tutti i bambini, poi, hanno la possibilità, al di fuori della scuola, di incontrare e giocare con i pari, perciò la vita di relazione diventa metodologia primaria per favorire nel bambino un processo di crescita, il rafforzamento dell’autostima e la scoperta dell’altro da sé. E’ da evidenziare come la mente si sviluppi nell'ambito delle interazioni con gli altri durante l'infanzia e negli anni successivi: le connessioni cerebrali che creano la mente accrescono nell'ambito delle relazioni interpersonali, per cui le relazioni umane modellano la struttura cerebrale dalla quale la mente prende corpo. I bambini sono socievoli se vivono in un ambiente “aperto”, nel quale vi è la considerazione dei sentimenti altrui, in cui la struttura è definita con precisione, i ruoli sono rispettati e tutti hanno uguali diritti e uguali doveri: dove il bambino ha le sue piccole responsabilità che lo aiutano a crescere. Quindi nei primi momenti che caratterizzano il percorso didattico del bambino, sarà necessario creare un contesto di relazioni attraverso il quale favorire la nascita di nuove amicizie, piccole alleanze, l’autonomia d’azione all’interno dei nuovi spazi. L’intervento didattico prevede di andare, attraverso il gioco e l’espressione corporea, a suscitare nei bambini la volontà di “mettersi in gioco” per sentirsi padroni delle proprie azioni. Attraverso il controllo motorio e la scoperta dell’altro si favorirà la nascita del sentimento di fiducia e stima di sé che invoglierà il bambino ad osare nuove vie di conoscenza.
Per garantire ai bambini una migliore e più efficace offerta formativa, nella nostra scuola la proposta didattica prevede che per due ore (in periodo antimeridiano dalle ore 10.00 alle ore 12.00), i bambini vengano divisi per fasce di età: identifichiamo con il nome di “Lupetti” il gruppo composto dai bambini di 5 anni; il gruppo “Scoiattolo” è rappresentato dai bambini di 4 anni; appartengono al gruppo “Orsetti” i bambini di 3 anni.
In questo anno scolastico il gruppo “Orsetti” è composto da 22 bambini (6 femmine e 16 maschi) di cui 8 hanno già compiuto tre anni, 8 compiono tre anni entro l'anno e 6 sono gli anticipatari di due anni e mezzo. Questo ultimo aspetto viene tenuto in stretta considerazione nella progettazione dell'intervento didattico, poiché tra i bambini di due anni e mezzo e il resto, c'è una distanza che si manifesta nei comportamenti, nei bisogni (sonno-fame), nella minor autosufficienza ed autonomia, nel modo di comunicare e di farsi capire.
OBIETTIVO FORMATIVO
Superare i timori dovuti al distacco dalle figure familiari e iniziare a stabilire relazioni positive nell'ambiente scolastico con i compagni e le figure adulte presenti
In relazione all'obiettivo formativo i bambini dovranno conoscere:
i compagni
le insegnanti
il personale ausiliario
gli spazi scolastici
la routine giornaliera
Dovranno saper fare:
una prima descrizione di sé e dei propri bisogni e riferire esperienze personali
la conoscenza di compagni e delle insegnanti (identificazione dei loro nomi)
orientarsi negli ambienti interni ed esterni all'edificio scolastico (giardino)
ascoltare e comprendere le consegne da parte dell'insegnante
usare in maniera appropriata il materiale didattico
Dovranno sviluppare le qualità personali dell'essere:
positivi e propositivi nei riguardi dei compagni e degli insegnanti, stemperando i comportamenti aggressivi
DOVE /COME /QUANDO
Nei contesti scolastici interni ed esterni
Attraverso la metodologia del gioco sia spontaneo che guidato dall’insegnante
Attivando la metodologia della vita di relazione e stimolando momenti di riflessione sugli accadimenti relazionali
Favorendo la narrazione dei vissuti personali e la socializzazione degli stessi
Creando un clima coinvolgente in cui ognuno percepisca la possibilità di esprimersi liberamente
Nei mesi di settembre e ottobre durante le attività antimeridiane riservate al gruppo “Orsetti”
1 commento:
Il mio pensiero come ogni anno va a voi che avete in mano le nostre gioie infinite, che possiate raggiungere i vostri obiettivi (che poi sono anche i nostri!) con serenità e...divertimento! Grazie per tutto ciò che fate e per tutto ciò che pensate... Mamma Fosca
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