mercoledì 26 novembre 2008

OMBRE NEL BOSCO


Con la partecipazione alle attività dei bambini di 4 e 3 anni, è terminata la prima unità tematica del progetto “Ombre nel bosco”. Insieme all’insegnante Splendora Cameli (consulente esterno responsabile del laboratorio di arte, immaginazione e creatività) abbiamo riprodotto con i nostri corpi, attraverso il gioco delle ombre, gli alberi osservati nel bosco di Valle Castellana. L’esperienza è stata vissuta con meraviglia e stupore da tutti i bambini e soprattutto dai bambini di 3 anni rimasti affascinati dal gioco di luci venutosi a cerare nella stanza oscurata per l’occasione. Per alcuni bambini è stato davvero emozionante scoprire la propria ombra e poi vederla “catturata” dal segno impresso sul grande foglio dal pennarello.
Le sagome ricavate dalle silhouette dei bambini serviranno per produrre il presepe a scuola.
Il laboratorio di arte, immaginazione, creatività riprenderà a gennaio.

domenica 23 novembre 2008

PENSIERI VIANDANTI

Oltre i confini del testo per imparare ad apprendere attraverso associazioni di immagini e ricerca di senso

Progetto didattico annuale di plesso

Presentiamo il quadro teorico del progetto didattico "Pensieri viandanti. Oltre i confini del testo per imparare ad apprendere attraverso associazioni di immagini e ricerca di senso" indirizzato a tutti i bambini. Riferiamo che le attività inerenti il progetto sono state già avviate e presto una sintesi verrà pubblicata sul blog

“L’analfabetismo territoriale
non è tanto la conseguenza dell’intensificazione della virtualizzazione
quanto un superficiale accostamento alla dimensione del reale.
Il disinteresse per il paesaggio,
l’incapacità di leggere la successione e l’interazione dei segni di cui è costituito,
la voglia di combattere il tempo tiranno
che non rispetta le discontinuità parziali,
rendono il percorso subalterno alla meta”
(A. Salsa)


I turisti seguono itinerari pre-confezionati da tour-operator, che si impegnano ed investono le loro risorse nell’evitare il più possibile l’imprevisto che “rovina” un viaggio, il viandante invece si incammina sui sentieri dell’ignoto, cavalcando il dubbio e l’incertezza e dormendo sotto un cielo ricco di stelle!
Nella pratica educativa non si può dare nulla per scontato ed è l’imprevisto che spesso educa: c’è un faro in lontananza che non indica la rotta ma evita ai naviganti di perdersi. L’andar-per-via (azione del viandante) esalta la lentezza in nome del mito della velocità (spesso rintracciabile anche nelle pratiche educative), la “circolarità” anziché la linearità, l’energia creativa di una mente pensante piuttosto che un agire svuotato di senso. Ed è per tale motivo che anche i pensieri si fanno viandanti, percorrono vie neuronali insolite, guadano i “fiumi” sinaptici al solo scopo di cercare immagini coerenti che meglio si sposano al personale modo di essere; alimentare, così, l’attitudine ad andare, ad incamminarsi alla ricerca delle cose che danno valore alla vita.
Ma la strada non dimentica mai la sua meta e l’erranza si traduce in un’occasione di incontri di varia natura e nella natura: “l’io può sentirsi e comprendersi solo mediante le cose-che-sente e le cose-che-comprende” (Gòmez de Liano). Ma sono lo stupore e la meraviglia a “colorare” la strada da percorrere e solo i bambini possono esplorare, meglio di chiunque altro, i luoghi sconosciuti perché il loro istinto ‘viator’ li rende nomadi e liberi da ogni condizionamento. Per un bambino ‘viator’ un bosco di castagni e la shiluette di un maestoso albero diventano la meta e al contempo il senso del loro essere al mondo e della possibilità di attribuire significato alle “cose” del mondo.

Dare senso alla frammentazione del sapere: questa è la sfida”
(INDICAZIONI PER IL CURRICOLO per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione- Ministero dell’Istruzione settembre 2007)


La scuola dell’infanzia si configura quale contesto, istituzionalmente riconosciuto, di apprendimenti e di relazioni all’interno del quale il bambino e la bambina di 3, 4 e 5 anni iniziano ad organizzare le prime esperienze di incontro con i sistemi simbolico-culturali. L’incontro graduale con i simboli (attraverso la procedura del fare-rielaborare-rappresentare), consente ai bambini, per comprendere la realtà che li circonda, di poter via via integrare i personali vissuti con i processi attivati. Del resto la scuola rappresenta solo una delle tante esperienze di formazione che gli alunni vivono, perciò diventa ancor più rilevante il ruolo che riveste nell’essere il luogo dove si riconosce significato a ciò che si fa.
<> (INDICAZIONI PER IL CURRICOLO per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione- Ministero dell’Istruzione settembre 2007). Apprendere ad apprendere significa anche comprendere le personali strategie di pensiero (formae mentis), per poter elaborare metodi e procedure in grado di fare da bussola negli itinerari personali: <<[…]Formare saldamente ogni persona sul piano cognitivo e culturale, affinchè possa affrontare positivamente (ed attivamente) l’incertezze e la mutevolezza degli scenari sociali e professionali, presenti e futuri>> (INDICAZIONI PER IL CURRICOLO per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione- Ministero dell’Istruzione settembre 2007). Si tratta in sostanza di insegnare ai bambini la capacità di progettare dapprima i propri giochi, poi gli apprendimenti fino ad arrivare a progettare la propria vita. Saper progettare significa saper individuare i propri bisogni, stabilire quale percorso seguire per soddisfarli, quali strategie d’azione mettere in atto e quali strumenti utilizzare: solo sentendosi padroni delle proprie azioni si potrà essere in futuro attori della propria vita. Un bambino che ha imparato ad organizzare il pensiero, a giocare con i propri limiti e le potenzialità, che riconosce il valore delle azioni che compie e le reazioni che da queste scaturiscono, diventerà un adulto capace di adattarsi flessibilmente al mutare delle circostanze e a non temere l’incertezza, un adulto capace di sfidare l’ignoto poiché consapevole dei mezzi che possiede e della duttilità del loro utilizzo.

IL BAMBINO CHE APPRENDE
Fino a qualche tempo fa, si riteneva essere l’apprendimento un processo cumulativo che prevedeva la trasmissione di nozioni dagli insegnanti alle nuove generazioni. Per tale motivo, il bambino veniva visto come “un vaso vuoto da riempire” le cui capacità apprenditive erano valutate in base alla facoltà di ricordare quanto trasmesso dal maestro.
Oggi siamo consapevoli, grazie all’apporto di numerose prospettive di studio, che l’apprendimento è un processo organizzativo ed elaborativo determinato dall’interazione reciproca tra un organismo competente fin dalla nascita e un contesto ambientale vario e articolato: <<[…] il bambino non subisce la semplice sollecitazione degli stimoli esterni, ma interagisce attivamente con essi, apprendendo a costruire quelle abitudini della mente, quelle strategie di pensiero che si chiamano strutture cognitive>> (M. Pasciuti –Orientarsi negli orientamenti ed. Tecnodid pag. 81). Ogni nuova informazione va ad arricchire le personali strutture cognitive inserendosi in un sistema complesso di valori e significati: arricchendolo, influenzandolo e modificandolo.
Il continuo scambio con l’ambiente determina la conoscenza che diviene atto creativo di co-costruzione e negoziazione dei significati che attribuiamo all’esperienza e che sono storicamente determinati.

L’IPERTESTO: UNO STRUMENTO PER INSEGNARE AD APPRENDERE
Se il bambino è un soggetto attivo e l’apprendimento un processo creativo, il sapere diventa una rete di modelli che consente di scrutare la realtà da diversi punti di vista per interpretarne i fenomeni. Ecco che l’insegnante non può solo trasmettere informazioni e lasciare all’allievo il compito di elaborare e organizzare le conoscenze, ma è auspicabile che progetti situazioni di apprendimento nelle quali il bambino abbia la possibilità di collegare ciò che già conosce con i nodi concettuali “oggetto di studio” e ricavare, secondo una logica reticolare, letture personali della realtà.
E per tale motivo che, dopo aver sviluppato per diversi anni progetti riguardanti il testo nelle sue diverse forme ( a carattere narrativo, descrittivo, informativo, poetico ecc.), in quest’anno scolastico ci piacerebbe affrontare con i bambini un percorso di tipo ipertestuale capace di portarci a varcare i confini del testo per aprirci a nuove e diverse prospettive di lettura.
Un ipertesto è un insieme di documenti messi in relazione tra loro tramite parole chiave. È possibile leggere, all'interno di un ipertesto, tutti i documenti collegati dalla medesima parola chiave. Il sistema delle parole chiave permette di passare da un documento all'altro rendendo possibile una lettura non sequenziale dei contenuti.Un ipertesto può essere visto come una rete; i documenti ne costituiscono i nodi. La scelta di una parola chiave diversa porta all'apertura di un documento diverso: all'interno dell'ipertesto sono possibili praticamente infiniti percorsi di lettura.
L’ipertesto rispecchia ciò che oggi si intende per sapere: ovvero non un dato immutabile e fisso, ma fenomeno dai plurimi significati, influenzato dal punto di vista dal quale lo si esamina, dal percorso seguito e dall’esperienza della persona che ad esso si avvicina. A tal proposito riteniamo che l’applicazione didattica di un modello ipertestuale, sia capace di superare i limiti tradizionali della trasmissione delle conoscenze e favorire processi di natura metacognitiva, consentendo all’alunno di riflettere sul personale modo di apprendere e pensare. L’ipertesto viene quindi da noi inteso come una rete semantica e concettuale da tessere intorno all’argomento che andremo quest’anno a trattare: l’albero quale elemento di continuità fra l’esperienza vissuta lo scorso anno scolastico al cartificio di Fabriano, e quella in programma quest’anno a uno dei castagneti più antichi d’Europa, situato nel comune di Valle Castellana (Te).

MAPPE MENTALI E MODELLI INTERPRETATIVI
Pensare è un’azione complessa che coinvolge la sfera della produzione e della comprensione e presuppone la combinazione di diverse operazioni fisiche e mentali: leggere, ascoltare, osservare, prestare attenzione, associare, interpretare, ragionare, riflettere, memorizzare...Come insegnano le neuroscienze, la struttura mentale si fonda sull’interazione e sulla connessione, mediante sinapsi, di reti neuronali, che si arricchiscono in seguito alla ricezione di uno stimolo esterno, ricezione che è sempre una forma di interpretazione. La mente emerge dalle attività del cervello, le cui strutture e funzioni sono direttamente influenzate dalle esperienze interpersonali. Tutte le esperienze vissute dal bambino possono contribuire a plasmare la strutture del cervello provocando l’attivazione di determinati circuiti, consolidando collegamenti pre-esistenti e inducendo la creazione di nuove sinapsi: i processi che si attivano nella nostra mente, quindi, non rispondono affatto ad una logica sequenziale. La mente costruisce forme di conoscenze organizzate in un insieme integrato di elementi coesi, dando vita ad un’interpretazione o teoria (mappa mentale), a suo modo coerente, della realtà: <<[…] Noi pensiamo, e dunque apprendiamo, non producendo inferenze, ma innanzitutto, e ricorsivamente, producendo significati. I nostri modelli mentali non sono sillogismi, ma reti aperte di sistemi e di nodi di simbolizzazione. Non è un caso che di recente, in stretta connessione con il problema della qualità dell’istruzione, si vada diffondendo il concetto di mappa cognitiva anche nella pratica didattica. Intuitivamente, una mappa cognitiva è una mappa mentale di una zona più o meno familiare dell’esperienza ed è formata da elementi di informazione della più diversa natura. […] Le mappe cognitive ogni mente se le forma entro mondi testuali infiniti, navigando tra universi di conoscenze codificate, tra codici simbolici, iconici, acustici, grafici>> (Margiotta). Le mappe mentali diventano modelli di organizzazione della mente, che consentono ad ogni individuo di attribuire senso alla realtà attraverso modelli interpretativi.

RISVOLTI METODOLOGICI E DIDATTICI
Fatta nostra l’idea che la scuola non può sottrarsi alla sfida del nostro tempo, ovvero dare senso alla frammentazione del sapere e cercare di domare l’incertezza e la continua perdita di valori che caratterizza l’attuale società, intendiamo consegnare al bambino gli strumenti per fronteggiare l’imprevisto e districarsi tra la pluralità di modelli, informazioni e scelte che incontrerà nel corso della carriera scolastica e della vita. Vorremmo avviare con i bambini un percorso didattico che abbia le caratteristiche di “reticolarità”, non-linearità, complessità, che rispecchi il naturale modo di apprendere del bambino: attraverso i sensi, utilizzando vari linguaggi, associando creativamente immagini, alimentando idee. Tutto ciò diventa traducibile a livello didattico progettando un percorso di natura ipertestuale che prevede anche la strategia del mapping per consentire ad ogni bambino di poter rendere traducibile, in maniera divertente, creativa e interattiva, il personale modo di apprendere. Lo ‘spazio ipertestuale del sapere’ rappresenta e diventa di fatto, uno spazio cognitivo all’interno del quale costruire veri e propri laboratori della conoscenza. Ecco che partendo da un focus di interesse comune (l’albero di Nardo di Valle Castellana), si svilupperanno varie e potenzialmente infinite vie di lettura del fenomeno preso in esame. Al termine dell’anno scolastico, un ipertesto cartaceo prodotto dai bambini e corredato dalle mappe mentali che evidenziano i percorsi conoscitivi, documenterà la validità della proposta didattica. Il modo interattivo con cui intendiamo procedere, richiede l’utilizzo di multialfabeti per facilitare i processi di mapping dei bambini si propone di tenere conto delle differenze individuali che si esplicano con diversi stili cognitivi e diverse modalità di apprendimento. Dal momento che quello che ci apprestiamo a solcare è un terreno di frontiera in parte ancora inesplorato, l’approccio è quello di avventurarci seguendo la modalità della ricerca-azione per dare vita ad un “laboratorio” mentale di condivisione reticolare di conoscenze in cui, insegnanti e bambini, sperimentano, giocano, imparano, raccontano, rappresentano.
La scuola affianca al compito dell’insegnare ad apprendere quello dell’insegnare ad essere: <<[…] in quanto comunità educante, la scuola genera una diffusa convivialità relazionale, intessuta di linguaggi affettivi ed emotivi, ed è anche in grado di promuovere la condivisione di quei valori che fanno sentire i membri di una società come parte di una comunità vera e propria>> (INDICAZIONI PER IL CURRICOLO per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione- Ministero dell’Istruzione settembre 2007). Il progetto didattico “Pensieri viandanti…Oltre i confini del testo, per imparare ad apprendere attraverso associazioni di immagini e ricerca di senso” vede tra le sue finalità, oltre la volontà di sostenere il bambino nei processi di apprendimento, la sensibilizzazione dello stesso alle problematiche ambientali e a quelle del contesto in cui vive, poiché non basta convivere nella società ma bisogna crearla continuamente insieme.

OBIETTIVO FORMATIVO (4 e 5 ANNI): imparare ad apprendere attraverso associazioni di immagini e ricerca di senso
In riferimento all’obiettivo esplicitato il bambino dovrà:
· Osservare e riconoscere elementi naturali presenti nel proprio territorio
· Esplorare con curiosità fenomeni ed eventi
· Formulare ipotesi sugli eventi osservati
· Elaborare mappe mentali
· Riconoscere un testo narrativo, poetico e descrittivo
· Saper osservare un fenomeno da più punti di vista e prendere in considerazione il punto di vista altrui
· Sapersi esprimere utilizzando diversi linguaggi


OBIETTIVO FORMATIVO (3 ANNI): esercitare la corporeità e i sistemi senso-percettivi per imparare ad organizzare mentalmente ed esprimere simbolicamente le esperienze vissute a scuola
In riferimento all’obiettivo esplicitato il bambino dovrà:
· Saper sperimentare esperienze di carattere senso-motorio superando i timori e le paure
· Saper utilizzare tecniche legate alla percezione tattile e alla motricità fine
· Esplorare con curiosità fenomeni ed eventi
· Saper raccontare verbalmente e graficamente i personali vissuti
· Saper discriminare elementi di varia natura, forme e colori
· Saper riconoscere l’altro ed iniziare a rispettare le differenze (personali e di opinione)

ASPETTI ORGANIZZATIVI
Sul piano organizzativo è prevista la divisione per bambini per gruppi di età:

5 anni gruppo “Lupacchiotti” curati dalle insegnanti De Dominicis, Di Giuseppe S., Gambacorta
4 anni gruppo “Scoiattoli” curati dalle insegnanti Di Matteo, Marcone
5 anni gruppo “Orsetti” curati dalle insegnanti Di Felice, Di Giuseppe C.

E’ garantita la compresenza di 5 insegnanti dalle ore 10.00 alle ore 11.00 periodo di tempo in cui è prevista l’attività laboratoriale

VERIFICA E VALUTAZIONE
La verifica ela valutazione avverranno mediante l’osservazione sistematica dei bambini nei contesti di esperienza. Verranno altresì presi in esame gli elaborati prodotti dagli stessi perpoter calibrare l’intervento formativo

giovedì 13 novembre 2008

OMBRE NEL BOSCO

Mercoledì 12 ottobre è iniziato il laboratorio di arte, immaginazione e creatività “Ombre nel bosco”, curato dalla prof.ssa Splendora Cameli. Il laboratorio prende spunto dalla tematica trattata in questo anno scolastico, l'albero, per avviare con i bambini percorsi didattici che consentiranno loro di esprimersi attraverso i diversi linguaggi dell’arte: l’albero in certi versi ricorda l’uomo nella sua figura, osservandolo gli riconosciamo delle espressioni, che determina il suo “carattere”, se poi facciamo più attenzione , ci avviciniamo lo guardiamo analizzandolo in tutte le sue parti ci accorgeremo che ha anche una sua storia nascosta. Sveliamola insieme.
LA SUA FIGURA
La chioma a volte ordinata e a volte scapigliata, allungata, piangente,tondeggiante, ascendente,piramidale; chioma che il tempo e le stagioni modifica e trasforma.
Il suo “corpo” a volte è slanciato, a volte massiccio, forte, gracile.
Le sue braccia giocano con il vento, la luce… si articolano, si sovrappongono, si intrecciano.
La sua “pelle” segue le caratteristiche della specie bianca o scura, giallastra o rossa, segnata dagli eventi del tempo.
Ha “piedi” che poggiano sul terreno e si propagano affondando nell’oscurità, assumendo la forma capovolta di un altro albero denso di mistero e di segreti, che alimenta e dà stabilità all’albero nella luce, nel vento, nella bufera.
Quando cresce solitario, la sua chioma si estende a dismisura creando grandi ombre sul terreno. Quando cresce vicino ad altri, si fa spazio allungandosi verso l’alto alla ricerca della luce.
IL SUO CARATTERE
La sua espressività può essere gioiosa o tormentata, timida o aggressiva, che determina il suo carattere.
LA SUA STORIA
Come ciascuno di noi l’albero ha la propria storia: può essere solo o in mezzo a tanti; può essere cresciuto libero, trasportato dal vento o seminato da qualcuno, forse da un bimbo come voi; crescendo può aver avuto fatiche e sofferenze, e ne porta i segni, le ferite; oppure può essere giovane e curioso o addirittura secolare e aver accumulato negli anni esperienza e saggezza. La sua casa può essere un prato verde o una arida sassaia; il suo paese una terra di pace o di guerra, in un mondo di sole o di neve.
Il primo incontro ha coinvolto i bambini di 5 anni ed ha avuto quale tematica il corpo e la sua attitudine a trasformarsi in albero: il corpo è inconsapevole acrobata delle proprie possibilità espressive sa configurarsi (sa farsi figure di altre figure), si fa vedere per farsi interpretare.
Il corpo non ha voce, eppure sa raccontare e raccontarti, con la propria gestualità, il farsi di un’azione, rappresentare situazioni che spesso racchiudono sensazioni ed emozioni.
L’albero affida al corpo la propria rappresentazione per costruire un nuovo albero.
Oggi il tuo corpo è tronco
Le tue braccia, rami
Le tue dita, foglie
La tua pelle è corteccia
I tuoi piedi, radici
E i vostri corpi insieme alberi centenari.
Le vostre braccia, grandi rami,
le vostre dita, chioma vibrante,
la vostra pelle ma anche
i tessuti dei vostri vestiti, cortecce complesse.
I vostri piedi, articolate radici.



Mercoledì 19 l’esperienza verrà ripetuta con i bambini di 4 anni e a seguire, nelle settimane successive, anche i bambini di 3 anni vivranno questo preziosissimo momento didattico.
Intanto sono già tanti i genitori che hanno riconsegnato alle insegnanti la composizione “l’albero ritrovato”. Li ringraziamo per la volontà mostrata e la capacità di mettersi in gioco, invitiamo gli altri genitori a cimentarsi nell’attività e a tornare, per una volta, bambini!

martedì 11 novembre 2008

CON LA TESTA FRA LE NUVOLE E I PIEDI PER TERRA!

Tante storie... per sognare e per pensare

Progetto lettura rivolto ai bambini di 5 anni (gruppo Lupacchiotti)

LE RAGIONI DEL PROGETTO
Il progetto lettura per la Scuola dell’Infanzia si situa all’interno delle iniziative di continuità del Circolo poiché l’obiettivo formativo che intendiamo perseguire è quello di favorire in ogni bambino e in ogni bambina lo sviluppo di motivazioni, atteggiamenti positivi e capacità nei confronti della lettura.
Il carattere di continuità del progetto è ravvisabile anche nella partecipazione attiva che svolge la famiglia all’interno dell’esperienza. I libri presi in prestito a scuola periodicamente vengono infatti letti ai bambini dai loro genitori che diventano in tal modo parte integrante del progetto.
Per ciò che concerne le motivazioni culturali e pedagogiche, ci sembra importante avvicinare i bambini ad un rapporto significativo con il libro fin dalla Scuola dell’Infanzia. Lettori non ci si può improvvisare, al contrario la lettura ha bisogno di tempi lunghi e quindi bisogna cominciare fin da bambini nel senso che non si tratta di un’occupazione saltuaria e momentanea, ma di un qualcosa do molto più importante che investe la struttura stessa della società a cominciare dalla famiglia. Non sembra del tutto fuori luogo aggiungere che anche l’importanza di una letteratura dipende dall’abitudine che i cittadini di quel Paese d’origine hanno di vivere insieme con i libri. Questo è uno dei motivi per cui abbiamo inteso coinvolgere attivamente la famiglia, un altro è dato dalla carenza di tempo e di rapporti all’interno della famiglia.
Quello della lettura ai bambini , o con i bambini, è una pausa importante nel ritmo surriscaldato della vita quotidiana, è, inoltre, un momento di grande intensità e complicità emozionale per il bambino e per l’adulto, anche per le condizioni in cui si realizza e per il modo in cui l’adulto si dedica interamente ai piccoli.
Leggere ai bambini è attività in genere totalizzante che assorbe l’adulto non meno del bambino. L’abitudine a tipi e ritmi di vita a tutti noti coinvolgono infatti precocemente anche i più piccoli in routine di vita quotidiana che lasciano poco spazio alla comunicazione articolata e “gratuita”, al parlare e a ragionare per puro piacere: prevalgono spesso forme di comunicazione funzionale e sbrigativa.
Quella della lettura è, invece, un’occasione in cui si lascia spazio ad una comunicazione più ricca e varia: le ipotesi fantastiche e le emozioni che il testo propone sono oggetto infatti di scambi dialogici e di commenti, che raramente si verificano in altre circostanze.
Inoltre la necessità di progettare azioni a favore della continuità è legata all’unitarietà dello sviluppo del bambino: ogni età si differenzia e si caratterizza per conquiste e progressi propri che risultano facili e naturali se sostenuti da una “rete” educativa di accompagnamento della crescita in dimensione formativa.
La “rete” educativa che accompagna ogni bambino è un insieme pensato e sinergico di persone, luoghi, tempi, oggetti, spazi… e il progetto lettura ci permette di “tessere” una continuità educativa.

INDICAZIONI METODOLOGICHE
Scelta e utilizzo di testi informativi, narrativi e poetici che rispettino determinate caratteristiche:
- accessibilità ad un pubblico infantile (linguaggio chiaro e comprensibile, presenza di immagini);
- trama complessa e avvincente;
- presenza di situazioni emotivamente sostenibili;
- strutture che stimolino nei bambini la riflessione e il pensiero divergente.

Preparazione di “schede personali” nelle quali i bambini:
- rappresentano la copertina del libro;
- verbalizzano e gli insegnanti trascrivono ciò che, con l’aiuto dei genitori, i
bambini hanno letto;
- ipotizzano il contenuto del testo osservando la copertina;
- distinguono le diverse tipologie di testo narrativo, informativo, poetico;
- rappresentano, attraverso un disegno, la sequenza che li ha
maggiormente colpiti, motivando la scelta;
- individuano il protagonista e l’ambiente nel quale la sequenza da loro
scelta si svolge;
- si identificano nel protagonista immaginando diverse possibilità di azione:
“cosa avresti fatto al suo posto?”;
- esprimono un giudizio sul testo.

Metodologia della ricerca-azione attraverso la quale i bambini:
- scoprono parole nuove;
- ipotizzano il significato delle parole “sconosciute”;
- le rappresentano, quando e possibile, con il corpo;
- le rappresentano graficamente;
- le inseriscono nel contesto.

APETTI ORGANIZZATIVI
Nel salone della scuola è stata allestita una biblioteca ad altezza di bambino, con i libri posti frontalmente, in modo da favorirne la visione e la scelta autonoma.
I bambini autonomamente registrano in una tabella a “doppia entrata” i libri presi in prestito;
Le operazioni di restituzione e di prestito, con relativa attività di riflessione sul testo, vengono svolte settimanalmente nella giornata di lunedì , con la guida delle insegnanti responsabili;
I bambini socializzano l’esperienza attraverso il circe-time e momenti di riflessione comune (socializzano le parole nuove, scoprono le differenze fra i testi, si influenzano reciprocamente sulla scelta dei libri);
Prendono visione autonomamente delle schede realizzate e raccolte in una cartellina.

OBIETTIVO FORMATIVO: Avvicinarsi al libro e al piacere della lettura.
In relazione all’obiettivo formativo è stato delineato il seguente percorso:
Il bambino dovrà conoscere:
-Le parti che costituiscono la struttura del libro,
-La tipologia testuale del testo letto (testo narrativo/testo
informativo/testo poetico)
-La biblioteca pubblica come luogo di conversazione, di
consultazione e di scambio di libri
-La libreria come luogo dove osservare, consigliarsi e
acquistate libri
Dovrà essere capace di fare:
1. Raccontare il testo ascoltato
2. Prevedere il contenuto del testo guardando la copertina
3. Stabilire relazioni tra i fatti narrati
4. Smontare un testo
5. Rielaborare i fatti narrati attraverso linguaggi diversi
6. Utilizzare parole nuove incontrate nel testo in contesti diversi
7. Mettere in relazione le immagini con il testo scritto
8. Prestare attenzione durante una visita ad una biblioteca o ad
una libreria e saper riferire l’esperienza
Dovrà sviluppare le qualità personali dell’essere:
· Autonomi nella ricerca e nella scelta dei libri
· Autonomi nella realizzazione della scheda personale
· Responsabili nella cura del libro e nella restituzione nel giorno
stabilito
· Originali nell’esperienza di giudizi legati a fatti narrati
· Creativi nell’ipotizzare significati di parole incontrate nei testi
· Amare la lettura come spazio di incontro con esperienze diverse
e di rielaborazione dei propri vissuti.

sabato 8 novembre 2008

CASTAGNATA A SCUOLA!

Venerdì è stata una mattinata scolastica davvero movimentata e particolare: insieme ai bambini abbiamo deciso di arrostire le castagne raccolte durante la visita ai castagneti di Valle Castellana.
I bambini sono andati in giardino per raccogliere i pezzi di legno e le pigne con cui accendere il fuoco e li hanno accatastati sulla piattaforma di mattoni presente in giardino. Dopo aver formato un grande circolo intorno alla catasta di legnetti, è stato acceso il fuoco sul quale sono state fatte arrostire le castagne. Prelibato il momento della degustazione, anche se faticoso per i piccoli buongustai che hanno dovuto sbucciare da soli le castagne e soffiare forte per farle raffreddare!
Il momento è stato significativo poiché, prima della visita ai castagneti, non tutti i bambini erano al corrente del fatto che la castagna fosse il prodotto di un albero, custodita nel riccio. Grande soddisfazione poi poter mangiare ciò che con tanta fatica (anche per la presenza dei numerosi ricci in agguato…) i bambini hanno raccolto nel bosco.

sabato 1 novembre 2008

A SCUOLA NEL BOSCO





Lunedì 27 ottobre siamo andati a visitare i castagneti di Valle Castellana (nello specifico il castagno di Nardo che si trova in località Morrice) e trascorso una giornata di scuola nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
In montagna ci ha accolti una temperatura mite e uno splendido sole complice di uno scenario da favola, mescolato ai colori dell’autunno.
I bambini, molti dei quali alla prima esperienza di contatto diretto con il bosco e i castagneti, si sono trovati a vivere un’esperienza veramente unica: hanno raccolto le castagne, si sono punti con i ricci, hanno sentito il fruscio del tappeto di foglie sotto i loro piedi e hanno potuto ammirare la maestosità del castagno di Nardo, uno dei più grandi d’Abruzzo e uno dei più antichi d’Europa. Con l’aiuto di Barbara (interprete naturalistico del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) e di Francesco (Accompagnatore di media montagna), i bambini si sono cimentati in una caccia al tesoro attraverso la quale, oltre a scoprire il grande albero, hanno potuto prendere confidenza con i profumi e i suoni del bosco. Molto interessante è stato il momento del pranzo vissuto tra i castagneti, i bambini hanno condiviso le loro pietanze accovacciandosi tutti insieme sui prati.
La visita al castagneto è stata pensata come “esca” educativa attraverso la quale avviare i percorsi didattici progettati in questo anno scolastico: il castagno e l’albero in generale, diventeranno i nuclei tematici dai quali far scaturire proposte di natura ipertestuale. A scuola, in questa prima fase, si avvierà una riflessione più mirata sugli elementi che hanno maggiormente interessato i bambini nell'esperienza vissuta nel bosco: i ricci, le foglie, le castagne, l’albero e la sua corteccia.